Salve lettrici e lettori,

questo articolo nasce da una collaborazione con una donna conosciuta su Instagram.
Ha una bellissima pagina e soprattutto LEI è una bellissima persona, sono molto grata per questa esperienza.
Il primo suo post che mi colpi’ era una citazione:

“Non è né necessario né possibile cambiare gli altri. 
Ma se puoi cambiare te stesso, ti accorgerai che non è necessario alcun altro cambiamento.” 
(Nisargadatta Maharaj)

E così iniziai a lasciarle cuoricini e condividere i suoi post, ma un giorno decisi di scriverle, quel giorno pubblicò:

“Le persone che aiutano gli altri a brillare sanno che c’è spazio per tutti.” 
Alejandro Jodorowsky

Io avevo appena pubblicato un articolo in cui intervistavo  Antonella, un’altra fantastica donna conosciuta sui social, ed avevo condiviso un suo video il cui messaggio era “FACCIAMO RETE DONNE”, sembrava tutto così allineato, magiche coincidenze.

Scopro così che dietro a quel profilo rosa e profondo si nasconde una donna timida e riservata, gentile ed accogliente, e con l’ansia da prestazione se le chiedi di partecipare ad un gioco fatto di tag. 😂

E così, abbiamo deciso di fare questa intervista, ed io non vedo l’ora di farvela leggere.
Ma prima, vi presento Simona, ha 42 anni e vive a Rimini, si muove nell’ambito della spiritualità da più di 10 anni, è istruttrice Mindfulness e tante altre cose che ci racconterà; il suo profilo Instagram si chiama love.gratitude.awareness e la sua bio recita: il mio stile di vita è la mia professione ❤  grata.

▪︎Ma prima di questa professione, come eri Simona, cosa facevi?!

“Avevo una vita normalissima; impazzivo per le scarpe, soprattutto per i modelli più insoliti e, come la maggior parte delle ragazze, il venerdì sera andavo a ballare, adoravo ballare rock fino alle 7 del mattino.
A 18 anni sono andata via da casa per studiare e mi sono specializzata come grafica di moda; per anni ho lavorato in diversi ambiti della moda, ho fatto la disegnatrice, la sarta e la progettista.
Svolgevo anche un altro lavoro che mi piaceva molto, organizzavo eventi, iniziai da ragazza organizzando feste fino ad arrivare a congressi con tantissime persone.
Non uscivo mai da casa senza essermi prima truccata e aver passato la piastra ai capelli ed ero sempre impeccabile.
Per lavoro dormivo spesso fuori, vivevo con la mia valigia, i miei tacchi, la piastra, la divisa, gli appunti ed il computer.
Questa era la mia vita, mi divertivo ed avevo tutto.
Anche se…. a livello più profondo non mi sentivo adeguata.”

▪︎ Te la senti di scendere più in profondità?!

“Si, certo.. devi sapere che per una serie di dinamiche familiari, mi sono sempre sentita inadeguata. I miei genitori non mi permettevano di pensare in maniera diversa ed io spesso mi sono sentita un ostaggio, mi rendevano la vita un inferno tanto da farmi dubitare di appartenere veramente a quella famiglia.
A 16 anni mi ammalai di anoressia, (Simona fa una lunghissima pausa…), ma ho continuato comunque a fare la mia normale vita, mi sono fidanzata, ho comprato casa e finalmente ho lasciato alle spalle la mia casa di origine.
Ora vivo da sola ed ho capito che mi sforzavo di avere una vita normale/media/comune, ma sentivo che qualcosa non mi convinceva fino in fondo ed i sintomi me lo dimostravano, per esempio una perenne insonnia, ed altri disturbi.”

▪︎ Grazie Simona!
Durante la nostra chiacchierata al telefono mi hai parlato di un incidente stradale, ma non ti ho chiesto i dettagli, ti va di raccontarmi cosa è successo?

“Devo fare una premessa perché porta al punto di svolta della mia vita, sono sempre stata molto credente, sono stata anche una catechista e, spesso e volentieri, andavo a fare delle gite e visitavo conventi, prendevo la mia macchina e viaggiavo in solitaria.
Il 16 marzo, parto per andare a Todi, la piccola Lourdes italiana, per visitare il santuario di Madre Speranza, mentre sono in strada entro in una galleria e sento che la ruota della mia auto si impiglia contro qualcosa, ed inizia a girare su se stessa, poi da sopra a sotto, finché non si schianta e rimane capovolta, con me dentro…bloccata lì. 
Due persone che stavano montando un cantiere, non segnalato, intervengono, mi estraggono e chiamano i soccorsi.
Io ero totalmente illesa, non avevo nemmeno un’unghia rotta, fuori ero sanissima, dentro un po’ meno.
Trascorsi 15 giorni in casa da sola e al buio, iniziai ad avere degli incubi sia da sveglia che nel sonno ed ovviamente non riuscivo più a guidare, poi sono arrivati gli attacchi di panico e da lì ho pensato che fosse una buona idea andare da una psicologa per capire cosa mi stesse succedendo.
Inizio il mio lungo percorso, come vogliono i trattamenti tradizionali, finché un giorno una mia amica mi dice che ci sono delle persone che ti riprogrammano il cervello.”

▪︎Ma?! Che cosa?! Ho sentito bene?!

“Si Alessia, anche io rimasi a bocca aperta, ma essendo una persona molto, molto curiosa decido di andarci.
Arrivo nel piccolo studio di questa coppia, mi sistemo sul loro divano, mi spiegano la tecnica con cui lavorano ed inizio il mio percorso.
Guarisco i miei attacchi di panico la sera stessa. (È  incredibile, lo so, ma è  così.)
Ogni mese mi sedevo su quel divano e lavoravamo su cose difficili, spesso non sentivo gli esercizi nel profondo, perché resistevo, resistevo nell’accettare delle cose che non riuscivo a digerire, ma la fiducia era tanta e non ho mai mollato.
Passano due anni, ed i miei maestri, i miei punti di riferimento, mi comunicano che il nostro lavoro era terminato; vedono un dono in me e mi chiedono di imparare queste tecniche: io dovevo aiutare gli altri!
A me non fregava niente di occuparmi degli altri, volevo solo riavere indietro la mia vita, così i miei Maestri hanno deciso di regalarmi la formazione, pur di farmi imparare il metodo, così da utilizzarlo su di me e, forse, gli altri.
E così iniziai a studiare, poi mi specializzai e mi avvicinai sempre di più a questo mondo che oscilla tra spiritualità e fisica quantistica, quindi tra fede e scienza. Tutto ciò che faccio si muove tra questi due piani.”

▪︎Una storia davvero interessante Simona, grazie di cuore per esserti aperta, ma ora raccontami la tua professione.

“Allora sono una Spiritual Quantum Coach, che è la tecnica che più prediligo e sono specializzata in tecniche Mindfulness che aiutano a guarire da shock, ansia e ad imparare a essere consapevoli e presenti.
Sono anche Facilitatrice di sistemica familiare, uso varie tecniche tra cui Matrix Energetics e Cambiamento Quantico, amo studiare e continuo a farlo, di recente sono diventata operatrice di musicoterapia attraverso le campane tibetane.
Ovviamente non uso tutto, ma solo ciò che serve.
Lavoro anche su me stessa, con una validissima coach, perché per lavorare bene sugli altri bisogna essere efficaci rimanendo neutri.
Ultimamente mi sto dedicando a nuovi progetti e collaborazioni, credo fermamente nel collaborare con altri operatori e credo profondamente nel concetto del win win win: vinco io, vinci tu, vinciamo tutti e facciamo del bene.”

Io e Simona abbiamo scelto due temi da approndire: presenza e gratitudine.

▪︎Cos’è la presenza?

“La presenza è accorgerti che stai dormendo, la presenza è  accorgerti che sei in uno stato ipnotico costante, essere presenti vuol dire svegliarsi da questo, è renderti conto che c’è qualcuno che sta pensando; se tu ti rendi conto che stai facendo dei pensieri vuol dire che siete in due, qualcuno che sta pensando e tu che te ne accorgi; la parte presente, la parte sveglia è quella che se ne accorge, che si accorge che stai pensando.

In diversi suoi articoli e video, Salvatore Brizzi lo spiega benissimo parlando di “Garcia dentro al sogno”, noi siamo la coscienza che sta dormendo.

Per diventare presenti, dobbiamo cercare di ricordarci sempre più spesso di noi stessi e facendolo ti rendi conto che stai dormendo, che la maggior parte del tempo dormi, dormi e sei in uno stato ipnotico, fondamentalmente perché tutto è ipnosi, diceva Erickson, quando guardi la TV sei in uno stato ipnotico, quando guidi sei in uno stato ipnotico, quando lavi i piatti sei in uno stato ipnotico, quando fai la spesa sei in uno stato ipnotico, quando sei a pranzo dai tuoi genitori, in palestra.
Anche questo stato attuale in cui mi stai ascoltando è uno stato ipnotico e volendo io potrei rifilarti tutti i programmi mentali più utili, e passarteli, il punto è che tu non lo sai ecco la bellezza del lavorare con l’ipnosi spirituale perché scegli volontariamente uno stato di ipnosi per potenziarti e per svegliarti piuttosto che continuare a farti addormentare.
L’unico modo per svegliarci è ricordarci più spesso di noi. Attraverso il respiro diventi sempre più presente alle sensazioni del tuo corpo, quindi sempre più vigile, tu sei la parte dormiente di questo sogno che è la tua realtà, pertanto finché non lavori abbastanza da rimanere più sveglio possibile continuerai a dormire. Ecco, la presenza è essere presenti al fatto che tu non sei le tue emozioni, che tu non sei la tua vita.”

▪︎Cos’è la gratitudine?

“Innanzitutto bisogna prima essere delle persone presenti, per sentire la gratitudine, perché non è un sentimento, come spesso si pensa, ma uno stato dell’essere, uno stato di coscienza, vuol dire che tu SEI nella gratitudine, e non che la provi.
Sei in uno stato di grazia, dove hai il giusto equilibrio tra umiltà e riconoscenza del proprio valore, e quindi sei grata perché tutto quello che vedi è un dono.
L’aria che sta entrando dalle narici è un dono, la sedia su cui sono seduta è un dono, penso che è stata costruita da 2-3 operai che hanno usato il loro tempo per saldare, assemblare e avvitare tutte le parti della sedia poi hanno montato le parti in pelle, che è stata tinta proprio con i colori che piacciono a me, questa è gratitudine, anche adesso che ho in mano la mia tazza di tè bollente e sento quel caldino, è un insieme molto intenso di stimoli alla consapevolezza che ti fanno per forza sentire grato, allora pensi che tutto è perfetto, e se sei abbastanza presente ed abbastanza grato provi uno stato di assoluta perfezione nella tua vita, e quindi di amore profondo per questa vita, con questa forma, in questa realtà.”

▪︎Mi sono sempre chiesta se si nasce più grati rispetto ad altri, e se si viene educati, alla gratitudine.

“Eh… è una bella domanda!
No, non si viene educati, qualcuno riesce ad essere naturalmente grato e qualcuno no, ed incontro sempre più persone che non sono grate, non si sentono a proprio agio sulla Terra, non sanno cosa sia la gratitudine, e non perché sono persone orribili anzi, sono persone meravigliose, ma hanno difficoltà a provare piacere per quello che c’è sulla Terra.
Stanno sempre in uno stato profondo di malinconia, non riescono ad essere grati e lo devono imparare.

Quindi qualcuno sperimenta la gratitudine perché è intrinseca nel suo essere, la sua anima è felice di essere qui, si ricorda di averlo scelto, è entusiasta di essere qua.
(Mi rivolgo all’anima perché queste cose, secondo me, si percepiscono solo a livello animico, potete chiamarlo inconscio, spirito o come meglio si crede.)
L’anima, invece, di chi ha difficoltà ad essere grato, non si ricorda perché è qui, non si sente nel posto giusto, su questa Terra, in questo tempo, con queste persone e quindi prima si insegna ad accettare l’esistenza materiale e poi integrare la gratitudine.”

▪︎Ci lasci un messaggio finale?!

Si, un messaggio sul prendersi cura della propria interiorità.

Grazie a questi ultimi 10 anni circa, in cui è cambiata l’energia della terra, sentiamo l’esigenza di prenderci più cura della nostra interiorità.
Stiamo andando sempre di più verso una separazione di genere, chi si prenderà più cura della propria interiorità e chi rimarrà aggrappato alla vita  materiale.
Igor Sibaldi chiama questo processo speciazione.

Ma come fare a prendersi cura di sé fisicamente, mentalmente e spiritualmente?!
Intanto bisogna dividere il nostro tempo, iniziando a pensare che se troviamo il tempo per allenarci, andare dalla parrucchiera e dall’estetista troveremo il tempo per prenderci cura del nostro spirito.
Ovviamente la crescita interiore non si può forzare come ci si sforza di andare in palestra, o la si vuol fare o no, non si può aiutare chi non vuole essere aiutato, tu puoi vedere tutto quello che può servire all’altro, non perché sei superbo, ma perché non riguarda te e quindi riesci ad essere più neutro.

Però se qualcuno vuole iniziare a prendersi cura del proprio spirito e della propria mente c’è la possibilità di lavorare con tantissimi operatori.
Esistono così tanti metodi, che una persona si può avvicinare a quello che le risuona di più, per esempio, se sono una persona molto fisica ed ho bisogno di contatto, posso scegliere di farmi fare dei massaggi shiatsu o posso fare delle sedute di Reiki; se invece sono una persona più mentale posso lavorare sulla riprogrammazione.

Le persone devono scegliere di lavorare su di sé, e la cosa sorprendente è che se senti veramente il richiamo di voler migliorare il rapporto con il tuo mondo interiore, una volta che inizi sentirai subito di essere sulla strada giusta e riceverai tanti, tantissimi doni, come se la vita ti premiasse per questo salto che hai deciso di fare.

Grazie Simona. ❤

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Grazie lettrici e lettori per il vostro tempo e la vostra attenzione.
Fateci sapere cosa ne pensate, e condividete l’articolo se l’avete trovato interessante!
 
Ci trovate anche su Instagram:
Link Alessia: https://www.instagram.com/invites/contact/?i=p1v2j1z9d2bq&utm_content=f6d519z
Link Simona: https://www.instagram.com/p/CETccXrFOVf/?igshid=wa3q5tvj5lfm
 
 
Vi lascio anche il link di INTERVISTO ANTONELLA: http://iononhotempo.com/intervisto-antonella/
 
Grazie di cuore.
Alessia.
❤ 
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